Per Welfare aziendale si intende quell’insieme di misure, economiche ed organizzative, volte a fidelizzare il proprio personale e ad incrementare il benessere del lavoratore e dei suoi familiari attraverso la messa a disposizione di beni, prestazioni, opere e servizi, non monetari (cd. benefit), con la finalità ultima di migliorare la produttività, il senso di appartenenza, il clima aziendale e la propria immagine. Possiamo quindi distinguere due tipologie principali di Welfare:

1. Welfare “economico” > tramite redazione di un regolamento aziendale, che interessi una o più categorie omogenee di lavoratori o la generalità degli stessi, l’azienda può mettere a disposizione del lavoratore (e dei suoi familiari) un valore, predeterminato o legato all’avverarsi di determinate condizioni, utilizzabile per fruire di una vasta gamma di beni/servizi (buoni acquisto, viaggi e vacanze, abbonamenti per attività sportive e culturali, servizi sanitari, previdenza complementare, servizi di assistenza alla persona, istruzione e formazione professionale, trasporto pubblico). L’azienda ha un forte vantaggio economico in quanto i valori messi a disposizione del proprio personale corrispondono al costo sostenuto aumentato dei soli costi del servizio della piattaforma se presente, abbattendo cosi il cd. cuneo fiscale-contributivo. Dal lato del lavoratore, le somme utilizzate non determinano un aumento del reddito personale e quindi non incidono negativamente sulle detrazioni fiscali e sui trattamenti previdenziali/assistenziali connessi al reddito (es.: assegno unico).

2. Welfare “organizzativo” > tale tipologia di welfare è invece legato alle modalità con cui si svolge la prestazione lavorativa quali potrebbero essere l’introduzione dello smart working, della flessibilità, della riduzione dell’orario lavorativo a parità di retribuzione o di altre misure organizzative che permettano al lavoratore di conciliare al meglio i tempi e le esigenze di vita con quelle lavorative.